Nonostante la serata fredda e qualche altro problema che sta condizionando un po’ tutti e non poco, nel rispetto delle disposizioni vigenti, nel salone dell’associazione, giovedì 13 gennaio è stato presentato, l’ultimo libro di Rosario Esposito La Rossa titolato “Siamo tutti Capaci – Falcone e Borsellino 30 anni dopo”, edito da Einaudi Ragazzi.
Una serie di domande sono state poste, attraverso le quali l’autore ha raccontato, sia pure per grandi linee, il suo impegno nel degradato e difficile quartiere della periferia di Napoli, Scampia.
L’apertura della prima libreria, una “Piazza di Spaccio di libri” dove prima i delinquenti spacciavano la droga, la nascita della “Scugnizzeria”, la casa editrice che attualmente pubblica seimila libri l’anno, la radio, la palestra, la tipografia, il teatro e tutta una serie di altre attività finalizzate a offrire ai ragazzi del quartiere, e non solo ai ragazzi, opportunità per allontanarli sempre più dalla possibilità di entrare nella tragica spirale della criminalità che in quel quartiere domina assoluta.
I risultati sono clamorosi e la Scugnizzeria è frequentatissima e il fenomeno, perché di fenomeno si tratta, ha varcato la soglia delle mura nazionali e l’attenzione e l’apprezzamento di quanti trattano il problema legato a Scampia.
Una persona eccezionale Rosario La Rossa, che ha affascinato quanti hanno deciso di intervenire all’iniziativa che sicuramente hanno potuto avere spunti di come anche può essere trattato il problema legalità e com’è anche possibile porsi nei confronti dei ragazzi che erroneamente definiamo difficili. “Non giudichiamo nessuno – ha affermato La Rossa – ma includiamo e proviamo a dare delle opportunità”.
Il suo ultimo libro “Siamo tutti Capaci – Falcone e Borsellino 30 anni dopo” è un libro per ragazzi che racconta, a trent’anni dalla scomparsa di due eroi che sono morti per combattere la mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in una particolare modalità che mette insieme memoria, legalità e scuola.
Un modo di affrontare il tema della legalità e il ricordo del sacrificio compiuto dai due magistrati, con un approccio particolare e insolito, ma sicuramente capace di entrare in sintonia con il linguaggio e il pensiero dei ragazzi, un modo affatto retorico come molte volte accade e che resta nella mente e nelle possibili soggettive riflessioni.
A conclusione del libro l’autore invita i ragazzi, finito di leggere il libro, a non fare temi o compiti in classe, ma a uscire a riempire i vuoti.
Sono seguite domande e la splendida serata sullo slogan “Sognare il sogno impossibile” e il firma copie si è conclusa con un grande e caloroso applauso.