E’ stato il concetto di prevenzione che è prevalso nel corso dell’interessante incontro pubblico che si è tenuto lo scorso 31 maggio, che ha affronto il tema della possibilità del recupero degli uomini violenti nei confronti delle donne e non solo.
Incontro organizzato dall’associazione socio culturale l’Incrocio delle Idee, non solo per dare continuità a un percorso intrapreso sul tema del contrasto alla violenza di genere e che sta provando ad affrontarlo dai suoi vari aspetti, ma anche per ufficializzare l’attivazione, presso l’associazione, di un Centro d’ascolto per uomini maltrattanti.
Centro che si è costituito nel febbraio scorso e che gode della convenzione con il Tribunale di Napoli e il Centro Partenopeo di Analisi Transazionale di Napoli.
Dopo l’intervento e la presentazione dell’iniziativa da parte della presidente dell’associazione Giovanna Massafra, sono intervenuti Fabio Martino presidente dell’associazione “A Voce Alta” Salerno e Antonella Bozzaotra, Referente dello sportello “Oltre La Violenza” dell’ASL NA/1 Centro che hanno raccontato della loro esperienza relativamente al trattamento di questi uomini, il primo come responsabile di un’associazione operante a Salerno, la seconda referente di una struttura pubblica.
E’ stata poi la psicologa e criminologa Rosaria Varrella, operatrice del Centro che avrà la sua sede all’interno dell’associazione, che ha illustrato in linea di massima il Centro evidenziando ulteriormente l’aspetto prevenzione, l’esigenza di fare rete e di rapportarsi con tutte le strutture presenti sul territorio ricercando possibili collaborazioni.
Si è passati poi all’aspetto legale e dunque gli interventi degli avvocati Gennaro Imbò Consigliere dell’Ordine degli avvocati di Torre Annunziata e Danilo Di Maio avvocato penalista.
Due interventi che hanno evidenziato, anche se affrontati su differenti direttrici, la necessità di porre correttivi alla legge denominata Codice rosso, che l’aspetto giudiziario è la fase della repressione che per quanto potrebbe essere educativa è un percorso che andrebbe evitato se appunto la prevenzione costituisse l’obiettivo prioritario.
E proprio sulla prevenzione, il dialogo, il ruolo delle associazioni, il mettere insieme il linguaggio psicologico e quello giuridico, e l’aspetto culturale è stato impostato l’intervento conclusivo della presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo.
Intervento che ha richiamato quanto affermato dagli altri oratori esprimendo in alcuni casi anche punti di vista differenti ma concordando con determinazione sulla prevenzione, sul ruolo dei centri che rappresentano un importante percorso attraverso il quale l’uomo violento acquista la consapevolezza che il problema è suo ma, Centri che si devono porre l’obiettivo che l’uomo si deve presentare spontaneamente e non condizionato da un possibile beneficio relativamente alla pena.
Tanti altri sono stati gli aspetti evidenziati dagli oratori che hanno offerto all’attenta e partecipata platea elementi di future discussioni, questioni importanti che mancano negli interventi di quanti, senza la dovuta competenza affrontano il delicato problema della violenza di genere, e che non sono nemmeno incuriositi ad acquisire dati utili per meglio affrontare la questione.
Come sempre pochi gli uomini presenti, pochi coloro che sono gli autori di questo dramma che provengono trasversalmente da tutte le fasce sociali, che creano vittime e che, senza voler giustificare nulla, sono a volte anch’essi vittime del contesto cui provengono. E dunque un aspetto culturale che insieme, tutta la comunità deve attivarsi maggiormante per contrastare quanto più possibile il fenomeno.