Alla presenza di cittadini interessati ad un grave problema che sta occupando le pagine della cronaca con frequenza quotidiana, Maria Luisa Iavarone, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso il dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, ha dissertato sul tema creando una straordinaria empatia con i tanti presenti che hanno sentito la necessità di inquadrare meglio la complessità che il tema presenta.
La Iavarone ha avviato la sua discussione raccontando la sua storia personale, la storia di suo figlio Arturo accoltellato, sei anni fa, da un gruppo di minorenni, senza un motivo preciso. Lo hanno colpito sedici volte per poi lasciarlo a terra, in una pozza di sangue. Una coltellata ha mancato la carotide per due millimetri e lui si è salvato.
Le cicatrici di Arturo hanno dato a Maria Luisa Iavarone e a suo figlio il coraggio di trasformare una storia personale in una grande occasione collettiva e dunque ha deciso di dedicare la sua vita alla battaglia per la legalità.
Tanti sono stati le analisi e le riflessioni riportate nel corso della serata, dalla responsabilità degli adulti che devono imparare ad “accompagnare” i ragazzi, al valore dell’appartenenza e delle relazioni, dalla constatazione che i ragazzi stanno perdendo il senso della loro esistenza, per giungere all’importanza di donare agli altri ciò che hai vissuto e che la civiltà e non solo, si apprende con il contatto, con l’esempio, con relazionarsi continuamente con i ragazzi, da parte soprattutto dei genitori ma anche delle tante agenzie formative presenti.
La serata, si è protratta più del previsto per le tante domande che sono state poste alle quali a tutte è stata data una esaudiente risposta, anche se noi pensiamo che la necessità di continuare a parlarne, e a mettere in campo azioni concrete, auspicabilmente in maniera collettiva, è opportuno ed urgente.