Positiva la fase conclusiva del progetto, promosso da CSV di Napoli che ha visto la partecipazione dell’associazione dell’Associazione Socio Culturale l’Incrocio delle Idee e la IV classe (Sez. A.S.S.) dell’Istituto Ferrari.
Un progetto che ha offerto ai giovani la possibilità di conoscere il mondo del volontariato e alle associazioni e l’opportunità di fare rete con tutti gli altri soggetti coinvolti nella crescita civile e responsabile dei nostri territori.
I volontari dell’associazione hanno seguito il progetto, proposto dalla stessa associazione e si sono incontrati con gli studenti, presso la sede del sodalizio e a scuola per approntare quanto è stato proposto nella serata conclusiva che si è tenuta nel salone della Chiesa del Carmine, gentilmente concessa.
Un incontro pubblico sul tema: IL NOSTRO COMPAGNO “SCONOSCIUTO” Il coraggio di liberarsi dalla catena di un amore malato.
Come già specificato il tema del convegno è stato deciso dagli alunni dopo discussioni e approfondimenti di vario tipo, così come gli stessi studenti hanno preparato la relazione introduttiva e gli interventi, la locandina e tutto quanto è stato indispensabile per proporre l’iniziativa.
Ha moderato il dibattito l’alunna Melissa Fiorentino che ha invitato a portare il loro saluto il parroco don Luigi Milano, che ha messo a disposizione il salone, la presidente dell’associazione l’Incrocio delle Idee Giovanna Massafra, la Dirigente scolastica Giovanna Izzo e la Responsabile della promozione CSV Napoli Eleni Katsarou.
Ha tenuto la relazione la studentessa Serena Bagnara, e a seguire gli interventi, degli studenti Giorgia De Sorbo, Luca Scala e Maria Pia Avella.
Sono poi intervenuti l’ispettore del Commissariato della Polizia di Stato di Castellammare di Stabia Antonio Cuomo e la sociologa Immacolata Chianese.
Un dibattito pubblico che è stato affrontato dagli studenti e dai due ospiti, con competenza e consapevolezza della sua importanza e pericolosità. L’invito rivolto numeroso pubblico che ha preso parte all’iniziativa, di approfondire l’argomento, di avere fiducia nelle istituzioni e dunque denunciare la violenza. Così come dagli altri interventi è scaturita l’importanza di fare rete fra tutti coloro che costituiscono la comunità educante e non solo, di ricercare il più possibile il confronto e il relazionarsi e la necessità che ognuno faccia la propria parte.
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